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In questo quadro proliferano i gruppi dell’estrema destra neofascista che, con una propaganda populista e razzista, cercano di fare proseliti fra i giovani e i disoccupati.
In una società che sdogana la ronda come soluzione all’insicurezza, in uno stato in cui l’esercito può assumere dei compiti di polizia, con un governo che si appresta a inasprire la repressione contro il dissenso, le forze neofasciste si sentono legittimate a riuscire allo scoperto, con il loro razzismo e la loro violenza.
Oltre a rivendicare la superiorità della razza, sono i protagonisti di violenze contro i “diversi”, cavalcando la crescende xenofobia di stato. Oltre a rivendicare il fascismo ed il nazismo, il solo linguaggio che conoscono è quello delle cinghie, dei bastoni e delle lame.
Nella nostra provincia le loro attività sono ben note, i loro vigliacchi attacchi a compagni e a sedi di associazioni o partiti Antifascisti sono già stati registrati e denunciati.
Il 28 febbraio a Bergamo l’Italia ha assistito alla parata dei camerati, ben atrezzati di mazze e bastoni dal diametro di almeno un paio di dita. La polizia li ha scortati facendoli sfilare anche senza permesso. Il 9 marzo a Torino la polizia in tenuta antisommossa ha difeso la propaganda illegale dei fascisti universitari, pestando a sangue gli studenti lì radunati per protestare. Ai movimenti Antifascisti vengono sempre riservate manganellate e cariche, la maggior parte delle volte senza aver commesso alcun atto illegale. Piazza Navona ci ha insegnato come il fascista sia protetto e sovvenzionato dallo Stato.
GIUDICHIAMO LA MANIFESTAZIONE DI FORZA NUOVA SABATO A PRAVISDOMINI L’ENNESIMA COLLUSIONE TRA L’AUTORITA’ E QUESTE FORZE NEOFASCISTE. LA NOSTRA POSIZIONE, SEMPRE OSTILE A QUESTE FORZE, SI FARA’ SENTIRE.
Il nostro territorio dev’essere tutelato da queste sfilate, da queste manifestazioni fasciste! Come Antifascisti saremo compatti al fianco dei migranti, dei lavoratori, degli studenti. I fascisti non hanno cittadinanza nelle nostre città e nei nostri paesi, sono un corpo estraneo ed illegale, la loro presenza offende la Libertà conquistata con la fatica ed il sangue della Resistenza.
Questo comunicato nasce in risposta ed in osservazione degli articoli apparsi sul vostro giornale domenica 11 gennaio, il giorno dopo la nostra manifestazione in favore del popolo palestinese.
Vogliamo dissociarci e criticare le notizie faziose e superficiali che si ha avuto modo di leggere.
Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla feroce strumentalizzazione con la quale Voi soli avete descritto la partecipazione dei bambini al corteo,”Iniettati d'odio” praticamente già dei piccoli kamikaze in erba.
I bambini, colorati, italiani e di diverse nazionalità, non portavano alcun segno d'odio o anti-israeliano: la bandiera palestinese, come dichiarato più volte durante la manifestazione, è oramai simbolo di ogni popolo resistente che lotta per la sua libertà e indipendenza.
Al di là del contenuto è stato un peccato che il giornale non abbia riconosciuto un corteo dove si annullavano tutte le differenze, giovani e adulti, italiani e migranti, studenti e lavoratori.
Un messaggio umano che ci poneva tutti sullo stesso piano, rendendoci tutti palestinesi, studenti e cittadini del mondo, insieme donne e uomini liberi.
La laicità della manifestazione non è stata intaccata dalla preghiera pronunciata da alcuni dei manifestanti. La preghiera per i defunti non può offendere: avendola accettata dimostriamo la forza della democrazia sulla teocrazia, che quei partiti non accettano.
“CHE VINCA LA RAGIONE E NON LA RELIGIONE” è stato ripetuto più volte, ma evidentemente era più comodo omettere.
Il corteo è stato anche un momento di riappropriazione civile dello spazio pubblico, non abbiamo più calpestato il suolo di un centro commerciale, ma il suolo di un agorà politica partecipata, che deve ritornare alla gente in quanto cittadina e non più solo consumatrice.
Numerose tra l'altro le imprecisioni, in particolare l'attribuzione di dichiarazioni (già di per sé mal poste) mai rilasciate, come nel caso clamoroso di Elena.
Vogliamo concludere il nostro comunicato con lo slogan non riportato, nonostante sia stato urlato in continuazione e mostrato fisicamente con i nostri corpi: PALESTINA LIBERA!
È comodo aver voluto sentire solo Allah Akbar per scopi giornalistici, mettendo tutto sul piano meramente religioso e prestando il fianco alle polemiche dei soli noti, cercando di stravolgere il significato politico della nostra manifestazione.
Sperando che almeno questo comunicato, congiunto e condiviso, sia preso in considerazione, nel rispetto dei singoli ruoli.
Collettivo AUT pn e Kollettivo Spartaco pn
Il Kollettivo Spartaco ed il Collettivo AUT indicono dunque un'altra manifestazione per SABATO 10 GENNAIO 2009.
Non possiamo stare in silenzio: l'indignazione per le ultime notizie deve spingerci a scendere nuovamente in piazza per gridare ancora una volta il nostro no all'Occupazione della terra Palestinese, ai genocidi e alla terribile ingiustizia che da oramai più di sessant'anni sta colpendo questo popolo.
Le ultime notizie dalla Palestina danno ancora di morti innocenti, di bambini uccisi dalla paura delle bombe (una bambina di 5 anni in questo nostro fine settimana di festa è morta d'infarto per il terrore dei bombardamenti). Le più allarmanti danno dell'UTILIZZO DI ARMI AL FOSFORO BIANCO E CHIMICHE su Gaza!
Manifestiamo la nostra vicinanza al popolo palestinese, popolo resistente e a tutti i popoli in lotta per la libertà e la giustizia nelle loro terre!
Non stiamo in silenzio: se l'antifascismo è la nostra unica legge è il momento di dire basta alle azioni ingiuste commesse in questi termini!
Stiamo con i Palestinesi, stiamo con la lotta, stiamo con l'antifascismo!