lunedì 5 gennaio 2009

Comunicato post Sit-in Palestina

Maniago, 04 Gennaio 2009

A Pordenone si è svolto un sit in itinerante organizzato da noi ragazzi del Kollettivo Spartaco di Pordenone con la partecipazione del Collettivo Studentesco Aut e di altri movimenti e associazioni della città.

Questo sit in intinerante è stato organizzato sull’onda delle proteste mondiali contro l’occupazione del territorio palestinese da parte dello Stato di Israele, i suoi bombardamenti, e le violenze sul popolo palestinese, che si sono aggiunte in modo estremamente drammatico in questi ultimi giorni con i bombardamenti su Gaza.

L’evento ha avuto la partecipazione di una settantina di persone che attraversando la città da Piazza Maestri del Lavoro, passando per Piazza Cavour, ha cantato slogan di fratellanza al popolo palestinese resistente e ha suonato con tromba e tamburo il “Silenzio” per ricordare i più di 500 morti palestinesi.
Andrea Cadamuro "Cada" per il Kollettivo Spartaco

6 commenti:

  1. eh ma lo striscione "morte ad Israele, all'ONU, ad Hamas"?

    alla faccia della pace :)

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  2. Ciacco ciacco...Israele è un'invenzione dell'occidente, è uno stato...se hai notato NON c'era scritto morte agli israeliani!
    Che muoia un invenzione ce ne frega poco, l'importante sono i popoli, non l'etichetta di stato che ci metti sopra!

    La pace non si ottiene con le "riserve indiane formato medioriente"...da antifascisti crediamo si ottenga con la resistenza per l'autodeterminazione!

    Sperando di scoprire il tuo nome

    per il kollettivo

    Simone

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  3. Penso che confondere la concezione di Stato con quella di Nazione, o peggio con quella di Popolo sia vergognoso. Pensa al Risorgimento italiano, dove vari individui provenienti da stati diversi (pensa al regno di sardegna, al granducato di toscana, al regno delle due sicilie, e allo stato della chiesa), si riconoscevano come unico popolo (quello italiano) e lottavano per la costituzione della nazione italiana... l'unico che era veramente interessato allo stato italiano era Vittorio Emanuele II, contrariamente a Garibaldi, il quale riteneva che la terra dovesse essere libera per il popolo italiano (lui intendeva la crazione di una repubblica popolare...era amico di bakunin per qualcosa). Ora io, che sono colui che aveva il cartello appeso al collo, non ritengo che nemmeno ci debba essere uno Stato perchè appunto è utile solo a chi comanda (a Vittorio Emanuele, al Governo Israeliano, ad Hamas) e non alle persone, intendibili come individui o come collettività, appunto popolo.
    Beh caro amico, ripassati un po' la Storia se non l'hai ancora fatto perchè "chi non ha memoria non ha futuro"... pensi che gli israeliani si ricordino dei campi di concentramento? Io penso che siano molto pochi quelli che voglioni ricordare e vogliono trasformare le esperienze passate in qualcosa di positivo e non in una facilissima reiterazione dell'odio.
    Il mio non è odio, ma denuncio una speranza, quella di un mondo libero, ma soprattutto di una realtà certamente migliore di quella che si vede.

    Max

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  4. Colgo l'occasione per proporre un approfondimento sul Garibaldi "oscurato" dal regime sabaudo...credo che toglierebbe molti preconcetti sciovinisti sulla sua figura.

    Max credo sia la persona giusta per questo tipo di approfondimento...

    ;)

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  5. Diciamo che il cartello era infelice...morte, morte morte in una situazione di guerra e morti vere non è particolarmente sensato. certo poi uno dovrebbe sempre andare aldilà degli slogan e capire però si dovrebbe imparare a fare un uso meno "guerresco" delle parole soprattutto perchè consapevoli della metodica strumentalizzazione di media e istituzioni.
    Dover sempre ribattere, spiegare, puntualizzare, rettificare non è molto efficace no?
    Meglio non prestare il fianco e concentrarsi sulla comunicazione dei contenuti.

    Un osservatore

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  6. Non credo che "morte ad Hamas" abbia senso, a meno che non si voglia fare gli equidistanti ad oltranza, l'infelice "politically correct" della sinistra suicida di veltroni e bertinotti. Nella situazione di oggi è più tragico che grottesco accusare Hamas.
    Spero ci vedremo domani, anche per parlarne.

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